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Prima di intraprendere un percorso di training cognitivo i genitori arrivano da noi in apprensione per i loro figli, talvolta in preda a tutta una serie di dubbi sulle modalità di intervento e sulle possibilità per aiutarli a migliorare il rendimento scolastico o a superare le difficoltà cognitive riscontrate magari nei primi approcci alla scuola o alla socialità. In questo post proviamo a riassumere alcuni dei dubbi più frequenti.
Il processo di apprendimento funziona bene quando le informazioni che arrivano al nostro cervello vengono elaborate in maniera corretta dalle sette funzioni cognitive, abilità cerebrali fondamentali. Per nostra formazione quando ci riferiamo alle funzioni cognitive fondamentali riprendiamo la teoria Cattell-Horn-Carroll, che descrive il pensiero come un insieme combinato di sette abilità cognitive: Logica, Ragionamento, Memoria a Lungo e Breve Termine, Elaborazione Visiva e Uditiva e Velocità di Elaborazione, Attenzione. Come le ruote dentate di un meccanismo perfetto, queste abilità lavorano insieme per fare in modo che le informazioni si sedimentino nella nostra memoria diventando conoscenze e competenze. In tal modo saranno a disposizione al bisogno per avere successo a scuola, nel lavoro e nella vita. Quando anche solo una di queste abilità risulta più debole il processo si interrompe. Questo si traduce in una difficoltà di apprendimento: anche se un concetto o un procedimento viene spiegato più e più volte risulta difficile riprodurlo.
Quando un bambino si approccia al mondo scolastico sono molti i dubbi che attanagliano i genitori. Andrà bene la scuola che abbiamo scelto? Sarà bravo? In presenza di difficoltà cognitive i dubbi crescono così come le ansie. Spesso sono proprio i genitori i primi a rendersi conto delle difficoltà dei figli. In che modo? Osservandolo. Un bambino con difficoltà cognitive spesso mostra le prime difficoltà anche quando gli viene chiesto di compiere semplici azioni. Vi è mai capitato di dover ripetere le cose più e più volte senza che lui sia riuscito a fare ciò che gli chiedevate? Vostro figlio fatica a leggere o a scrivere o ancora a comprendere quando gli viene spiegato qualcosa? Troppo spesso i bambini con difficoltà vengono liquidati come bambini pigri o poco motivati. Aspettare che crescano e diventino più produttivi da soli potrebbe essere deleterio. In presenza di difficoltà cognitive un intervento mirato e tempestivo potrebbe rivelarsi risolutivo.
La risposta è sì, senza ombra di dubbio. Nella nostra esperienza i bambini (ma anche gli adulti!) che intraprendono un percorso di allenamento cognitivo, per esempio con il Brain Rx, migliorano in maniera sensibile e misurabile le proprie abilità cognitive. Spesso quando un ragazzo ha difficoltà a scuola il primo pensiero dei genitori è fargli fare lezioni private. Le ripetizioni, però, potrebbero rivelarsi una soluzione tampone, poiché non intervengono direttamente sulla causa del problema, che andrebbe ricercata per esempio proprio in un deficit in una delle abilità cognitive. Il miglioramento di questa abilità attraverso l’allenamento, invece, risolve la causa del problema. Questo significa diventare più performanti dal punto di vista cognitivo, più autonomi nello svolgere i compiti o nello studio, e accrescere la propria autostima. Performance migliori dal punto di vista del rendimento scolastico e dal punto di vista della crescita personale. In questo senso, infatti, nella nostra esperienza il metodo Brain Rx può essere di grande sostegno anche nell’accompagnamento di bambini affetti da autismo.
Il Brain Rx è un percorso di training cognitivo che interviene sulle abilità cognitive fondamentali per migliorare l’efficienza, l’autonomia e il benessere di vita di una persona. È un percorso modellato sulle esigenze della singola persona, che infatti deve sottoporsi ad un test propedeutico, il Gibson Test, basato sulla teoria dell’intelligenza Cattell-Horn-Carroll (CHC), ovvero un modello di intelligenza in cui intervengono le sette abilità cognitive fondamentali. Si tratta del test digitale considerato più attendibile al mondo e validato scientificamente. Il risultato del test, che non è un giudizio ma una mappatura della buona o mala funzionalità delle abilità cognitive, diventa la guida per la costruzione di un allenamento personalizzato, in cui si susseguono esercizi divertenti e attività sfidanti che concorrono a modellare le performances cognitive. Gli esercizi possono essere svolti online o in presenza (a seconda delle esigenze) e vengono guidati da un trainer cognitivo, una sorta di tutor che accompagna il percorso di allenamento, studiando gli esercizi mentali più adatti che possono avere durata variabile, generalmente fra le 12 e le 32 settimane.