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A volte la scuola e i compiti a casa diventano per i genitori uno stress, una guerra quotidiana con i figli. Compiti e scuola diventano un problema in famiglia, il tempo libero, già poco, viene riempito con i compiti da svolgere, in qualche caso tanti, difficili, noiosi.
Per i genitori questa situazione si aggiunge ad altre situazioni di stress e di tensione famigliare che rischiano di far esplodere le relazioni, soprattutto quando vi sono già delle fragilità nella famiglia. Questa situazione si può aggravare alle medie dove, in aggiunta, vi sono i problemi adolescenziali con i quali fare i conti.
Non sempre mamma e papà sono d’accordo su come devono fare i compiti i figli e anche questa attività diventa un’ulteriore fonte di discussione alle tante già presenti in famiglia.
Le punizioni non sempre funzionano, a volte ignorano le motivazioni della mancanza di voglia di studiare dei figli. Creano rigidità e ulteriore rifiuto se non odio per una determianta materia.
Considerando tutto questo, occorre recuperare una dimensione umana e realistica di questa incombenza e cercare le ragioni per le quali per alcuni bambini e ragazzi i compiti diventano una fonte di agitazione e non vengono accettati come arricchimento culturale.
La prima cosa da fare è mantenere la calma in famiglia. I genitori dovrebbero parlare prima di tutto tra loro e interpretare insieme le frasi dei loro figli: “Non riesco”, “Non capisco”, “Non ho voglia”, Non sono capace”, ecc… Spesso dietro queste frasi si nascondono altri problemi più grandi, che vanno oltre lo studio, problemi che vanno decodificati e analizzati insieme. Non aiuta farsi recriminazioni reciproche su cosa dovrebbero fare i figli, bisogna avere un’univoca voce sul problema davanti a loro, concordata, pensata prima che si generi la situazione di rifiuto.
Laddove i voti sono bassi, manca l’impegno, non si riescono a raggiungere gli obiettivi prefissati c’è bisogno di comprensione, apertura al dialogo, ascolto, osservazione dei comportamenti. Bisogna farsi delle domande sul proprio figlio/sulla propria figlia e cercare delle risposte. Cosa non interessa? Perché? Cosa non riesce? Dove ci sono lacune? Cosa abbiamo a disposizione per colmarle? A volte non è un’intera materia che non funziona ma solo parti di essa. Conviene concentrarsi su queste parti, isolarle e lavorare solo su queste per recuperare l’efficienza del bambino/della bambina e del ragazzo/della ragazza.
Studiare insieme ai figli, studiare insieme ad altri pari (bambini o ragazzi) aiuta molto a mitigare le difficoltà.
Noi proponiamo di avvicinare ai compiti un metodo di studio e di lavoro che generi autonomia ed efficienza. Per avere più informazioni sulla nostra proposta clicca qui.
Dott.sa Lastella Nicoletta, Presidente Centro per lo Sviluppo delle Abilità Cognitive