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Il Soliloquio Mediato è una tecnica di interazione nel metodo Feuerstein che aumenta l’apprendimento di frasi, di vocaboli e di concetti.
E’ un potente strumento per contrastare la povertà linguistica attraverso la presentazione di modelli umani che nel loro parlare mostrano quali ragionamenti fanno ad alta voce, come affrontano i problemi, quali apprezzamenti o considerazione sanno fare, come parlano di un oggetto, di una persona, di una situazione. Essi possono usare la gestualità, le espressioni facciali, le ripetizioni per favorire la cristallizzazione di parole, frasi, modi di dire.
Ci vengono in aiuto i neuroni specchio, ovvero quei neuroni che favoriscono i comportamenti imitatitivi delle persone. Una volta che abbiamo imitato qualcuno nel modo di parlare, possiamo far nostri un’espressione, un vocabolo, un modo di dire, una frase.
Lo sviluppo del linguaggio è fondamentale per sviluppare abilità sociali (saper interagire con gli altri con vocaboli appropriati per esprimere al meglio il proprio pensiero), per l’elaborazione dei processi cognitivi, per l’esposizione di contenuti.
L’adulto che parla a se stesso ad alta voce è un esempio di mente aperta per il bambino che lo imita: si possono vedere i pensieri di chi parla, si può analizzare il ragionamento che si ascolta e imitarlo.
Facciamo esempi di soliloquio che un bambino può ascoltare:
– Devo andare a fare la spesa ma ho dimenticato di fare benzina. Prima mi fermerò dal benzinaio e poi andiamo al supermercato (semplice dimostrazione di problem- solving).
– E’ da tre giorni che ho la febbre e non mi passa. Chiamerò il medico per fissare una visita, è inutile che prendo medicine da solo, è troppo rischioso. (dimostrazione di ricerca di confronto)
– Dove ho messo le chiavi di casa? Sono entrato dalla porta aprendola con le chiavi, dunque le chiavi sono in casa. Provo a ripercorrere i passi che ho fatto appena sono entrato in casa e vediamo se mi ricordo (esempio di utilizzo dell’evidenza logica).
Ascoltando questi discorsi il bambino entra nella mente dell’adulto e capisce come attivare le funzioni cognitive per gestire problemi o comportamenti. Si deve pertanto cercare di produrre il comportamento imitativo dell’adulto affinchè il bambino replichi il Soliloquio Interiore, ad esempio: “Cosa mi dico sempre di fare quando metto i panni nella lavatrice? Ho diviso la biancheria colorata da quella bianca? Tu te lo sei domandato mentre mi stavi aiutando a preparare i panni da lavare in lavatrice?”
Le frequenti ripetizioni del ragionamento ad alta voce dell’adulto assicurano al bambino l’introspezione necessaria per acquisirlo e imitarlo attraverso i neuroni specchio. Dunque l’attività imitativa deve essere sorvegliata dall’adulto e renderla anche oggetto di simpatico confronto con il bambino affinchè lo attivi lui stesso.
Dott.ssa Chiara Basile